Autoritratto 1924
L’autoritratto di Giorgio de Chirico
Il nostro esperto di misteri dell’arte, Roberto Langdone sta studiando un artista molto importante per il panorama artistico del Novecento. Ci riferiamo a Giorgio de Chirico. Noi tutti lo ricordiamo per la sua metafisica, in particolare per i suoi paesaggi così perfetti geometricamente e nostalgici dell’età classica. Eppure c’è stato un periodo in cui ha ritratto se stesso, discostandosi apparentemente alla pittura a cui siamo abituati… Come mai?
Analisi dell’autoritratto
pera pittorica mostra un autoritratto dell’artista, in posizione a tre quarti e con il volto rivolto verso lo spettatore. La vera particolarità risiede nei colori. Infatti, il quadro è interamente realizzato di grigio, ad eccezione del volto, che invece è colorato… Comunemente l’opera viene definita come “Autoritratto in grigio” e l’artista voleva rappresentare i colori tipici delle statue classiche. Se negli anni venti, de Chirico aveva già realizzato un altro autoritratto con al suo fianco una statua, questa volta egli stesso diventa una statua.
In Autoritratto del 1924, l’artista ha voluto compiere un processo di fusione, in cui egli stesso diventa alla pari delle statue classiche, tipiche della cultura greca e antica.
Apparentemente, il quadro potrebbe allontanarsi da quella pittura metafisica a cui siamo abituati a vedere quando parliamo di de Chirico. Eppure un fil rouge li lega profondamente…

Le parole di Roberto Langdone
Il nostro noto artista del Novecento è il fondatore della pittura metafisica. Numerosi sono i suoi paesaggi dettati dall’ordine geometrico e dalla continua e costante presenza del mondo antico. Egli stesso era nato in quel mondo: la Grecia. E anche nei suoi ritratti riecheggiano queste tematiche. In particolare, Autoritratto del 1924 è un ulteriore richiamo al classicismo, attraverso questa fusione del suo corpo in una statua classica. Giorgio de Chirico era molto affezionato alla cultura classica e il suo modo di fare arte, lo aveva spinto ad un “ritorno all’ordine”, in forte contrapposizione con i movimenti artistici dell’epoca (Futurismo, Surrealismo…). Per tale ragione possiamo considerare questo quadro un continuum della sua filosofia e della sua arte.
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