Antonio Ligabue
L’autoritratto del pittore Antonio Ligabue
Antonio Ligabue rappresenta nel panorama artistico italiano, uno dei pittori più Naif della nostra nazione. Oggi cerchiamo di studiare le sue caratteristiche, analizzando un suo autoritratto! Si tratta dell’autoritratto con la sciarpa rossa.

Guardiamo insieme alcuni dettagli!
Il quadro presenta le caratteristiche tipiche di un classico ritratto. Possiamo vedere il soggetto in primo piano, in posizione a tre quarti, con il busto orientato verso lo spettatore. Attraverso alcuni dettagli del viso, come le rughe e la presenza di barba e baffi, possiamo comprendere che Antonio Ligabue fosse in una età piuttosto matura. Lo sguardo del soggetto è piuttosto attento, anche se poco attento e alle sue spalle troviamo un sfondo campestre. Il pittore indossa inoltre una sciarpa rossa e una giacca scura. In ultimo un uccello vola in cielo, potrebbe essere un rapace.

Cosa c’è dietro questo autoritratto?
Il quadro che abbiamo appena descritto rispecchia a pieno la vita di Antonio Ligabue. Per chi non lo conoscesse, il pittore non ha vissuto una vita facile. Oltre a innumerevoli ricoveri in ospedali psichiatrici, egli purtroppo ha sofferto di rachitismo, di ipertiroidismo ed anche di autolesionismo. Vissuto nel primo sessantennio del XX secolo, Antonio Ligabue non ha mai instaurato rapporti di amicizia, se non con animali e purtroppo la sua carriera scolastica era pessima. La sua triste vita però lo ha portato a studiare pittura, al punto da progredire così tanto al punto da esser notato da innumerevoli collezionisti.
L’autoritratto che stiamo analizzando, mostra chiaramente queste piccole caratteristiche citate precedentemente. Infatti il quadro mostra un uomo, un artista, segnato dalle esperienze negative della sua vita, un uomo da uno sguardo profondissimo che vale più di mille parole. Un uomo che oggettivamente non stava bene con gli altri, ma amava la sua pittura e la difendeva!

Le parole di Roberto Langdone
Antonio Ligabue è uno dei più importanti esponenti italiani Naif del Novecento. I suoi quadri non sono altro che ricordi stampati dalla sua memoria visiva. Per i più esperti, possiamo comprendere che il pittore italiano abbia ripreso la pittura di van Gogh, ma anche degli Espressionisti tedeschi e dei Fauves. Mi piace definirlo il van Gogh italiano, non perchè abbia portato ad un cambiamento pittorico, quanto piuttosto abbia riuscito a raccontare la propria vita attraverso il pennello. Ligabue ci ha lasciato innumerevoli autoritratti e quadri di animali, i suoi veri amici… Animali che rappresentavano il suo stato d’essere! Sì, sono convinto in ciò che dico! Ligabue rimane il nostro van Gogh italiano!