L'Allegoria di Madrid

Roberto Langdone e il mistero sul quadro di Francisco Goya

Roberto Langdone è a Madrid, per studiare il caso del quadro di Francisco Goya: L’Allegoria di Madrid.

Il Mistero
L’opera risale al 1810, periodo clou delle guerre d’indipendenza contro l’impero napoleonico. Il quadro di Francisco Goya, come già dal titolo, rappresenta l’allegoria della capitale spagnola. Eppure il pittore spagnolo è anche famoso per altre opere del medesimo periodo, che denunciano l’atrocità della guerra… Anche se postumo, tutti ricordano il 3 maggio 1808 noto come La fucilazione in cui il pittore utilizza il ricordo per rievocare quel periodo catastrofico. L’opera del 1810 sembra non presentare nesssuna denuncia, per cui cosa si nasconde ne L’Allegoria di Madrid?

L’Analisi
È bene soffermarci sul dipinto per comprendere la sua vera ragione. In primo luogo, è importante comprendere cos’è una allegoria: in pittura rappresenta una figurazione pittorica o plastica di un concetto astratto e si esprime soprattutto per mezzo di personificazioni e simboli. Per cui, la città di Madrid è simboleggiata da una giovane donna vestita di bianco con un mantello rosa e al suo fianco un cane, simbolo di fedeltà. La donna, che guarda l’interlocutore indica un ovale con la scritta “Dos de Mayo”. Non è un caso, in quanto il 2 maggio 1808 scoppiò la rivolta spagnola antinapoleonica. Ma se l’opera è del 1810, il pittore non poteva essere così esplicita, infatti tutti i suoi quadri contemporanei di denuncia contro la guerra, sono tutte allegorie. C’è qualche significato nascosto?

Le parole di Roberto Langdone

Sono davvero in pochi, coloro che conoscono la vicenda di questo quadro. La verità risiede nel fatto che la scritta all’interno dello scudo è stata messa successivamente. Infatti l’opera del 1810 doveva esaltare la figura di Giuseppe Bonaparte, re di Spagna nominato da Napoleone. Poi, nel 1812 con la ritirata dei francesi l’effige del re fu sostituita con la parola “COSTITUZIONE”. Con il ritorno di Ferdinando VII, l’opera fu nuovamente modificata con l’effige del nuovo re, ma nel 1843, il Consiglio Comunale sostituì un’altra volta la scritta con la frase “IL LIBRO DELLA COSTITUZIONE”. L’ultima scritta, quella che noi oggi vediamo, risale al 1872.

È incredibile come un quadro possa raccontare la storia di un Paese. Tramite una scritta, il quadro racconta la dominazione napoleonica, la rivoluzione, la restaurazione e infine il ricordo dell’unità spagnola contro l’invasione francese.

Anche un’opera d’arte può raccontare la storia di un Paese!

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