La Maddalena penitente di Antonio Canova
Ci troviamo a Genova, esattamente presso i Musei di strada Nuova di Genova a Palazzo Tursi per esaminare una splendida opera di Antonio Canova, intitolata: Maddalena penitente.
Un’opera tra sacro e profano
Antonio Canova ha realizzato poche opere dal soggetto religioso. In un periodo in cui si era dedicato a tematiche mitologiche, come Amore e Psiche, l’artista meditò anche sulla figura dell’epos cristiano, la Maddalena. L’opera, realizzata in marmo, attraversa confini ambigui, con un gioco che attraversa il sacro e il profano. Lo percepiamo attraverso il contrasto tra la resa appassionata del nudo e la commovente espressione di religiosità.
La donna inginocchiata richiama la pittura dei soggetti di Tiziano e allo stesso tempo, la statuaria classica. Il volto della Maddalena presenta anche delle lacrime, ispirate da quelle presenti nelle opere di Gian Lorenzo Bernini. Sono numerose le ispirazione, ma l’opera rispecchia i confini labili tra scultura e pittura.

Guardando l’opera, è possibile emozionarsi anche attraverso la lavorazione differente del marmo. La roccia scabrosa, il teschio liscio, la corda rugosa, la pelle carnosa sono tutti elementi che accentuano le sensazioni e le emozioni.

Antonio Canova nella sua Maddalena penitente, inserisce tutto il suo sapere per trasmettere sensazioni ed emozioni, che non sono ben evidenti, ma come il soggetto mostra una sofferenza interiore, anche le nostre sensazioni dovranno essere scoperte non in maniera evidente.