Il ritratto di Giulio II

Il ritratto del papa di Raffaello

Il Rinascimento è stato un periodo artistico ricco di innovazioni e rivoluzioni… Uno dei massimi esponenti di questi venti di novità è Raffaello Sanzio. Oggi, con il nostro esperto, Roberto Langdone, esaminiamo il ritratto di Giullo II, un quadro che per la prima volta ha assunto un grande cambiamento nella ritrattistica istituzionale ecclesiastica.

Diamo un breve accenno storico sul quadro
Il quadro che vogliamo esaminare, in questo momento si trova a Londra, presso la National Gallery, in quanto esiste anche una copia, leggermente diversa,  conservata presso la Gallerie degli Uffizi a Firenze.  L’opera di Raffaello ritrae Papa Giulio II della Rovere, uno dei papi più noti nella storia per il suo temperamento da guerriero, ma soprattutto perchè egli ha voluto inaugurare i cosiddetti Musei Vaticani. 

Il quadro, dopo esser andato in possesso della famiglia Borghese, è stato venduto, nel XVII secolo all’imperatore Rodolfo II  e successivamente fu ritrovato in Inghilterra. Solamente nel 1824 la National Gallery di Londra comprò il quadro.

Qual è la vera rivoluzione?
Prima del ritratto di Raffaello, i pontefici erano raffigurati secondo uno specifico schema. Spesso li ritrovavamo di profilo o in posizione frontale e rigida o in posizione orante. L’intento era mostrare il pontefice in una forma araldica e ieratica. L’artista di Urbino dipinse il papa a mezza figura, con un punto di vista diagonale e dall’alto. La sensazione era che l’osservatore sia in piedi accanto al papa. Raffaello realizzò per la prima volta un ritratto di una illustra la figura ecclesiastica nella sua introspezione psicologica. Il quadro assunse più un ruolo intimo che istituzionale.  Per comprendere tutto ciò, basta osservare gli occhi di Giulio II. Sono occhi persi nel vuoto perchè il pontefice è perso nei suoi pensieri. Il modello pittorico realizzato da Raffaello, verrà più volte riproposto da altri pittori, tra cui anche Velazquez nel Ritratto di “Innocenzo X”.

Le parole di Roberto Langdone
Il ritratto di Giulio II è uno dei quadri più importanti di Raffaello. Oltre alla rivoluzione pittorica e al nuovo modo di fare ritratti, mi piace sottolineare una vicenda riguardo il quadro stesso. Per molti secoli si è dato per disperso e le sue tracce furono perse. Solamente nel 1976, quando il quadro era ormai a Londra, presso la National Gallery, uno studioso ha scoperto che fin dal Settecento il quadro era nella terra anglosassone. La scoperta avvenne tramite il numero d’inventario del ritratto, identico sia nella collezione Borghese, che nell’inventario del museo inglese. Ma hai visto i dettagli delle vesti del pontefice, oltre che la decorazione parietale raffigurante le chiavi di San Pietro? Un qualcosa di davvero unico! Grande Raffaello!

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