Un Mosè particolare
Roberto Langdone e il mistero del Mosè di MichelangeloRoberto Langdone è a Roma presso la Chiesa di San Pietro in Vincoli per indagare su un mistero riguardo una scultura di Michelangelo.
Il Mistero
L’opera considerata, fa parte del monumentale complesso funerario voluto dal Papa Giulio II. Tra le varie sculture emerge quella più famosa: Mosè. Il soggetto è riconoscibile per la presenza delle tavole e per la sua folta barba. Ma c’è un dettaglio particolare… Cosa emergono sul suo capo?… Ma sono corna?
L’Analisi
Conosciamo tutti la storia del profeta Mosè, eppure non ci sono tracce di elementi particolari o corna sul suo capo. Questo significa che quei due elementi devono rappresentare altro.
Le parole di Roberto Langdone
La verità? Quegli elementi non sono corna, bensì dei raggi di luce.
L’equivoco nasce da una traduzione sbagliata di un termine dall’ebraico. Infatti, il termine raggi viene indicato con “karen”, che con il tempo è mutato in “keren” cioè corna.
La tradizione vuole che Mosè abbia avuto due raggi di sole sul suo capo, ma nel Medioevo si pensava che solo Gesù Cristo potesse avere il volto pieno di luce.
Infatti come recita la Bibbia:
“Ora Mosè, scendendo dal monte Sinai con le due tavole della testimonianza, non sapeva che dal suo capo uscivano due raggi a cagione del suo trattenimento familiare con Dio.” (Esodo, XXXIV, 29)Michelangelo si attenne all’errore di Vulgata, per cui creò due belle corna sul capo di Mosè, senza alterare il maestoso carattere del soggetto.
A volte anche un piccolo errore di traduzione può creare infiniti misteri…