Una incisione dai tanti misteri

Roberto Langdone e il mistero dell’incisione di Dürer

In occasione della mostra DÜRER E IL RINASCIMENTO tra Germania e Italia a Palazzo Reale di Milano, Roberto Langdone ha indagato sulla misteriosa incisione dell’artista.

Il Mistero
L’incisione del 1514 mostra una figura alata seduta con aria pensosa davanti ad una costruzione di pietra circondata da strani oggetti: una bilancia, un cane scheletrico, attrezzi da falegname, una clessidra, un solido geometrico, un putto, una campana, un coltello, una scala a pioli e tanto altro… Quali significati nascondo tutti gli oggetti rappresentati?

L’Analisi
L’incisione di Albrecht Dürer del 1514 si intitola Melencolia I ed è una parte del trittico Meisterstiche con il San Girolamo nella cella e Il cavaliere, la morte e il diavolo. Le tre incisioni non hanno un legame preciso, ma rappresentano tre esempi diversi di vita, legati rispettivamente alle virtù morali, teologiche e intellettuali.

Melencolia I è ambientato in un luogo freddo e solitario, debolmente illuminato dalla luce lunare ( percepibile dall’ombra della clessidra e dal bagliore di una cometa) con un putto imbronciato che scarabocchia su una tegola. La figura alata con capelli disordinati e un abbigliamento incurante, con una mano tiene un compasso, con l’altra appoggia la sua testa. Appese all’edificio incompiuto stanno una bilancia, una clessidra e una campana sotto la quale è incastrato nel muro un cosiddetto quadrato magico; appoggiata lungo una parete sta una scala di legno che sembra sottolineare l’incompletezza dell’edificio. Il suolo è cosparso di arnesi e oggetti, relativi soprattutto alle arti dell’architettura e della falegnameria.

Le parole di Roberto Langdone

L’incisione di Dürer è la rappresentazione del concetto di epoca classica di malinconia, unita a quella rinascimentale di furor melancholicus. In poche parole, l’opera rappresenta la malinconia come la caratteristica di coloro che si distinguono nella filosofia, nella poesia e nelle arti. 

La figura alata, che rappresenta la Malinconia, è in uno stato di pura inazione, a differenza del putto concentrato a scarabocchiare. Il soggetto principale sembra paralizzato. Egli è desto ma il suo sguardo non è perso perchè assonnato, ma fisso perchè concentrato nel pensiero.  

Gli arnesi attorno alla figura alata sono i simboli dello sforzo creativo e della ricerca scientifica. Il loro disordine comunicano  inquietudine e malessere, proprio come il compasso mantenuto dalla Malinconia. 

Dunque una Malinconia alata, ma seduta al suolo, incoronata ma nascosta dalle ombre, munita degli arnesi dell’arte e della scienza, ma chiusa in un’oziosa meditazione, dà l’impressione di un essere creativo ridotto alla disperazione. La sua inazione può essere spiegata con una insufficienza delle idee e delle teorie dell’ordine.

E il quadrato cosiddetto “magico”? Al suo interno ci sono dei numeri, la cui somma ha sempre lo stesso risultato: 34. Secondo alcuni studiosi, il quadrato si riferisce alle sette fasi dell’opus alchemico. La clessidra, la bilancia e la campana sono strumenti di misurazione delle fasi dell’opus che avvengono nella fornace alchemica. Alla fornace corrisponde, nella parte sinistra, la sfera, che è pietra filosofica e contiene i quattro elementi.

Diverse sono le interpretazioni sull’incisione, ma una cosa è certa: l’opera nella sua interezza, rappresenta un essere pensante nella sua perplessità con attorno tutto ciò che è collegato al tema.

 Articolo richiesto da un fan di Mikipedia: Luca Traino

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